FAR WEST

FAR WEST

A volte, per indicare il disordine che caratterizza una determinata questione, si dice che “pare di stare nel far west”, ma cosa succedeva, davvero, nel far west?

Le piccole, isolate comunità che prendevano vita in quelle terre non erano protette da nessuno ed erano spesso preda di bande di delinquenti che attraverso soprusi e prepotenza facevano razzia di ogni genere di bene economico e alimentare, così, il frutto del duro lavoro di molti diveniva il bottino di pochi.

Per fare fronte a questa terribile condizione si decise di costituire un “ordine di polizia”, ma ancora, chi poteva essere adatto a svolgere il pericoloso compito di proteggere i giusti dai malvagi?
La scelta, condizionata dalle esigenze, ricadde sui malvagi stessi.

Venne ritenuto vantaggioso affiggere sul petto di un gangster la stella da sceriffo e mantenere un piccolo gruppo di loschi individui affinché, con i loro modi e le loro spiccate tendenze, proteggessero la comunità dal via vai dei molti altri che si sarebbero, altrimenti, susseguiti.

Tuttora, in ogni parte del mondo e in differenti ambiti della vita sociale, le cose seguono il medesimo modello.

Esistono persone che, con sincera passione e onestà, sviluppano ricerche e perseguono risultati che potrebbero essere spesi a beneficio di tutti, ma, purtroppo, non è questa la destinazione dei loro traguardi.
Uomini che hanno speso la propria vita per perseguire ideali di giustizia sono stati uccisi per mano degli stessi organi ai quali avevano offerto il loro servizio.

Il 90% delle scoperte in ogni campo del sapere trova la sua più frequente applicazione nell’industria bellica……..

A fronte di tutto questo, con quale ingenuità accogliamo le sempre più frequenti assemblee di menti illuminate, le “task force” che si costituiscono proponendosi come la migliore equipe adatta a risolvere i problemi dell’umanità, senza sospettare che sia solo una nuova maschera adottata dai predoni di turno?
Con quale ingenuità accettiamo codici e progetti messi a punto da questi eletti?
Eletti da chi?
E per quali reali motivi?

Il mio lavoro e la mia ricerca indipendente hanno il solo, umile fine di dirigere la mia vita e quella di chi amo, verso orizzonti di verità e senso.

Nei confronti di equipe di professionisti, che propongono progetti utili solo a dare un impiego ai loro amici, non provo alcuna stima, non mi sento a disagio nel dichiarare la loro mediocrità e non provo alcun senso di inferiorità.

La metafora del cane e il cane come strumento, mi consentono di lavorare “in incognito”, ma i successi perseguiti nel campo della liberazione dai condizionamenti e dalla paura, sono gemne preziose, faticosamente estratte dalla roccia ed ormai brillano, al sole, senza paura.

far west casavaikuntha io e sarasvati

“IL SENSO DEL CANE”, come il senso delle relazioni tutte, sempre che si abbia in animo di dare un senso alla propria vita e alle relazioni che la compongono, è di imparare a trovare tracce di sé nell’altro e procedere a mettere a punto piccoli cambiamenti nella direzione, per la causa e con il mezzo, dell’amore.

Un percorso che non vede mai fine, non garantisce privilegi, ma appaga in sé e per sé chi lo compie.

Le tappe o se preferiamo, gli argomenti, che ho saputo riconoscere come fondamentali, sono quelli di PAURA, CONOSCENZA, CORAGGIO e FIDUCIA.
Dalla paura condizionante, che ci costringe a vivere come individui mai realizzati, che accettano forme di felicità confezionata, alla fiducia, in sé e negli altri, con i quali e attraverso i quali procedere alla propria realizzazione e contribuire a quella altrui.

Ho trovato nella compagnia e nell’amicizia del cane, una formidabile palestra attrezzata di tutto quanto occorre per cominciare a prendere dimestichezza con queste dinamiche.

Cambiare è difficile, bisogna farlo lentamente e con molta tolleranza verso le proprie attuali forme, ma la possibilità di fare di sé e delle nostre esistenze un cammino evolutivo perseguibile seguendo una riconoscibile linea di senso è una eventualità che merita, almeno, di essere presa in considerazione.

Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione del libro, per la loro curiosità, l’interesse, ma soprattutto per l’affetto che mi avete dimostrato.
Grazie a Cristiana che ha messo a disposizione il suo, ormai affermato, talento tale da rendere la “La Genzianella” Albergo Ristorante Selvapiana una location davvero esclusiva.

A tutti auguro buon cammino.

Alessandro Coppola.

 

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