Qual è il posto del cane?
Fra i miei clienti e amici, ho potuto collezionare un’ampia varietà di punti di vista riguardo l’argomento “qual è il posto del cane?”
C’è chi non vuol neanche sentir parlare di fare entrare il cane in casa e chi non può fare a meno di dormire con il cane nel letto.
Anche se apparentemente questi sembrano i due estremi opposti dell’argomento “il posto del cane” di cui mi sto accingendo a trattare, non è così.
L’orizzonte di senso su cui ha l’ambizione di fare luce questo mio breve testo, è un altro.
Quando un singolo individuo o una famiglia matura la scelta di adottare un cane, questa è di norma accompagnata da una serie di aspettative riguardo a come cambierà la vita in compagnia del nuovo arrivato.
Quanto potrà essere oneroso o piacevole occuparsi di lui? Cosa potremo fare insieme o cosa non potremo più fare a causa sua? Cosa abbiamo da offrirgli e cosa ci aspettiamo da lui?
Le risposte che ognuno di noi, in modo differente, saprà fornire a queste e a molte altre domande, stabiliranno “il posto del cane”.
Quindi, comincia ad emergere che questo, non è un posto fisico, non è definibile in centimetri o metri quadrati, piuttosto, si tratta di un metaspazio, uno spazio che si forma all’interno della nostra mente o, a seconda dei casi, nel nostro cuore.
Se ci saremo posti le giuste domande e avremo risposto con estrema sincerità a tutte, il cane troverà facilmente il proprio posto in modo perfettamente armonico alle nostre aspettative. Proverà gioia e soddisfazione nell’occupare quel posto e per di più, procurerà gioia e soddisfazione anche a noi.
Aspettative frustrate
Gli inconvenienti nascono quando le aspettative vengono frustrate.
Perché invece di essere fondate su una base solida di riflessioni oneste, poggiano su un terreno sabbioso, costituito di illusioni e fantasie.
Ecco, credo che la principale causa di problemi all’interno della relazione fra uomo e cane, risieda in questa micidiale dinamica: l’illusione provoca la delusione.
Così, per esempio, ci sono cuccioli che vengono eletti a principini di casa.
Per alcuni mesi viene fatto credere loro di avere diritto a dei privilegi. E quando questi non possono più essere sostenuti, il cane fattosi velocemente adulto, nel tentativo di mantenere quello standard di vita al quale si era abituato e che gli avevano garantito, comincia a manifestare i primi comportamenti che definiremo indesiderati. E che, se non vengono presi nella giusta considerazione e curati per tempo, si possono facilmente trasformare seguendo grosso modo questa metamorfosi: agitazione, nervosismo, prepotenza, aggressività.
Ho parlato del rischio di aggressività perché è per tutti la manifestazione più grave e pericolosa di malessere del cane. Ma varie forme di disubbidienza o fuga possono essere considerate anch’esse la conseguenza dello stesso disagio.
La relazione tra uomo e cane può offrire quel benessere, quella piacevole sensazione di appartenenza, condivisione, reciprocità, quando è ben salda sulla piattaforma della realtà.
Se si riconoscono e condividono questi presupposti, apparirà evidente che un’educazione, sia questa preventiva o di recupero, non avrà come destinatario esclusivamente il cane. E non sarà finalizzata esclusivamente all’insegnamento di posizioni come “seduto” o “terra”.
Binomio uomo cane
Nello svolgimento del mio ruolo di educatore cinofilo, non intendo offrire delle condizioni assolute o dogmatiche di relazione e cura del cane.
Mi prefiggo invece di fare emergere, attraverso un percorso di conoscenza ed intesa reciproca tra cane e padrone, quelle condizioni relative, specifiche ed individuali utili a garantire equilibrio e benessere del binomio.
Alessandro Coppola
Il posto del cane
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